Con regolamento n. 18 del 16 dicembre
2010 la Regione Puglia
ha varato il “Riordino della rete
ospedaliera” per l’anno 2010.
In particolare l’art. 4 specifica le
azioni da intraprendere: per contenere la spesa, si punta all’abbattimento dei
costi strutturali, da ottenere con la riduzione dei posti letto per acuti, la
disattivazione di 18 ospedali (con numero di posti letto inferiore a 70), la riconversione
di altri ospedali, nonché l’accorpamento e disattivazione di unità operative.
In particolare il piano prevede la
riduzione di 1.513 posti letto (prevalentemente pubblici), passando da 15.833 a 14.320; attestando
il numero effettivo di posti letto nella regione “sul valore di 3,50 per mille
abitanti”, il piano punta a garantire “il pieno rispetto dello standard di 4
posti letto per mille abitanti previsto dall’intesa Stato-Regioni del 4
dicembre 2009” .
La consistenza complessiva dei posti
letto (e il rapporto medio - per l’esattezza 3,52 - di posti letto per mille
abitanti) è la risultante della somma dei posti letto pubblici, di quelli
presenti negli enti ecclesiastici e presso i privati accreditati.
Come tutte le medie, però, il rispetto del
parametro complessivo regionale ha in se’, al pari del pollo di Trilussa, i
germi della disomogeneità, come traspare in modo lapalissiano dalla tabella n.
1.
La suddetta tabella evidenzia la (diseguale)
distribuzione dei posti letto (disaggregati per tipologia del soggetto
giuridico titolare delle strutture). In questo contesto Taranto non brilla
certo per un’adeguata offerta di posti letto (situazione, come si vedrà, ancor
più negativa se rapportata alla presenza di posti letto in strutture
pubbliche).
Infatti, per i posti letto pubblici la
tabella 2 dà con immediatezza il quadro del
“prima e dopo la cura” dimagrante, con le variazioni percentuali
intervenute a seguito delle scelte operate dagli ex commissari straordinari
(già direttori generali).
La contrazione significativa del numero
dei posti letto produce un riflesso, negativo, diretto e immediato, sulla
rideterminazione delle dotazioni organiche. Non è frutto del caso, infatti, che
Taranto registri una riduzione secca di personale da impegnare nei servizi; le
decurtazioni effettuate pesano così in misura quasi doppia rispetto alla media
regionale.
Ipotizzare ora, dopo i tagli
selvaggiamente effettuati nella primavera scorsa, di procedere a ri-tagli e
nuovi tagli, sarebbe drammaticamente devastante, con ripercussioni immediate
sui livelli essenziali di assistenza, lontani anni-luce dagli standards
nazionali.
Nel prossimo intervento esamineremo il
rapporto della disponibilità di posti letto (e di dotazione organica di
personale) in rapporto alla popolazione di riferimento.
Nessun commento:
Posta un commento