A furor di trattori (sui quali gareggiano a salire, per mietere - dato il contesto - applausi, lodi e voti, parlamentari in papillon, assessori e consiglieri regionali in giacca, cravatta e camicia con collo e polsini inamidati), il 25 febbraio 2003 il Consiglio regionale sancisce (con schieramento trasversale by-partisan) l’annullamento delle cartelle esattoriali dal 2000 al 2002.
La ‘grazia’ (posta poi a carico dei contribuenti) viene dispensata con l’alibi delle avversità atmosferiche; eppure per la grave siccità 2002 la Giunta regionale si era ben guardata dal richiedere al Governo centrale la dichiarazione di calamità, pur in presenza di un’apposita legge nazionale - la 256 del 2002. Per non impegnare propri fondi la Giunta dell’epoca aveva invece segnalato solo le successive - e più modeste in termini di danni - piogge persistenti).
Nella corsa al favore popolare, nel santificare chi non ha pagato, gli eleganti trattoristi politici danno un calcio a chi ha osato comportarsi da buon contribuente.
Successivamente la Corte costituzionale dichiara illegittima la norma che omette di considerare i versamenti effettuati dai contribuenti in regola. La sentenza esige infatti che ai contribuenti paganti siano rimborsate le quote corrisposte: ma tant’è! Esausti per l’impresa precedente, stavolta nessuno risale sui trattori per richiedere la restituzione del dovuto ai contribuenti paganti.
Il pagamento dell’odiato tributo 630 viene comunque bloccato; nell’agosto 2005 (tra i primi atti della Giunta Vendola) la sospensione viene confermata con la legge reg. n. 8 dell’11 agosto 2005.
Il venir meno (dal 2000 per i morosi e dal 2003 per tutti) dell’introito relativo alle “spese di funzionamento” terremota i bilanci di quattro dei sei consorzi (in verità il “Terre d’Apulia era già disastrato di suo e commissariato sin dal 1998); il Gargano e la Capitanata, invece, presentano bilanci in buone condizioni.
E così la Regione interviene ripetutamente con continue (e cospicue) assegnazioni di fondi.
Nell’estate 2005 vengono nominati i commissari regionali per i Consorzi “Arneo” e “Stornara e Tara”.
Passano gli anni e la gestione “straordinaria” dei commissari nominati dalla Regione continua, in attesa (espressione tra le più ricorrenti nella legislazione italiana) della riforma.
Eppure sin dal 17 ottobre 2000 , con voto unanime di maggioranza (centro-destra) e opposizione (centro-sinistra), i diversi schieramenti presenti in Consiglio regionale si erano impegnati “ad un’urgente (!) riforma della legislazione dei Consorzi di bonifica”.
Trascorre il tempo e la riforma dei consorzi risulta ripetutamente evocata, com’è il caso dell’ordine del giorno presentato, al suon della “Marsigliese”, il 14 luglio del 2003.
In attesa … continuano i commissariamenti. In alcuni casi (“Terre d’Apulia” e “Stornara e Tara”) gli incarichi (e anche gli emolumenti?) raddoppiano, dato che i commissari straordinari diventano anche commissari ad acta per le stagioni irrigue.
Ora si spera che con la nuova legge qualcuno faccia i conti anche di quanto sono costati i commissari e a carico di chi si sono auto-liquidati i non modesti emolumenti, per nulla paragonabili alle briciole nel secolo scorso attribuite (e non sempre liquidate) agli ex componenti degli organi di gestione collegiale.
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