martedì 21 giugno 2011

Sui trattori, con giacca, cravatta o papillon

A furor di trattori (sui quali gareggiano a salire, per mietere - dato il contesto - applausi, lodi e voti, parlamentari in papillon, assessori e consiglieri regionali in giacca, cravatta e camicia con collo e polsini inamidati), il 25 febbraio 2003 il Consiglio regionale sancisce (con schieramento trasversale by-partisan) l’annullamento delle cartelle esattoriali dal 2000 al 2002.
La ‘grazia’ (posta poi a carico dei contribuenti) viene dispensata con l’alibi delle avversità atmosferiche; eppure per la grave siccità 2002 la Giunta regionale si era ben guardata dal richiedere al Governo centrale la dichiarazione di calamità, pur in presenza di un’apposita legge nazionale - la 256 del 2002. Per non impegnare propri fondi la Giunta dell’epoca aveva invece segnalato solo le successive - e più modeste in termini di danni - piogge persistenti).
Nella corsa al favore popolare, nel santificare chi non ha pagato, gli eleganti trattoristi politici danno un calcio a chi ha osato comportarsi da buon contribuente.
Successivamente la Corte costituzionale dichiara illegittima la norma che omette di considerare i versamenti effettuati dai contribuenti in regola. La sentenza esige infatti che ai contribuenti paganti siano rimborsate le quote corrisposte: ma tant’è! Esausti per l’impresa precedente, stavolta nessuno risale sui trattori per richiedere la restituzione del dovuto ai contribuenti paganti.
Il pagamento dell’odiato tributo 630 viene comunque bloccato; nell’agosto 2005 (tra i primi atti della Giunta Vendola) la sospensione viene confermata con la legge reg. n. 8 dell’11 agosto 2005.
Il venir meno (dal 2000 per i morosi e dal 2003 per tutti) dell’introito relativo alle “spese di funzionamento” terremota i bilanci di quattro dei sei consorzi (in verità il “Terre d’Apulia era già disastrato di suo e commissariato sin dal 1998); il Gargano e la Capitanata, invece, presentano bilanci in buone condizioni.
E così la Regione interviene ripetutamente con continue (e cospicue) assegnazioni di fondi.
Nell’estate 2005 vengono nominati i commissari regionali per i Consorzi “Arneo” e “Stornara e Tara”.
Passano gli anni e la gestione “straordinaria” dei commissari nominati dalla Regione continua, in attesa (espressione tra le più ricorrenti nella legislazione italiana) della riforma.
Eppure sin dal 17 ottobre 2000, con voto unanime di maggioranza (centro-destra) e opposizione (centro-sinistra), i diversi schieramenti presenti in Consiglio regionale si erano impegnati “ad un’urgente (!) riforma della legislazione dei Consorzi di bonifica”.
Trascorre il tempo e la riforma dei consorzi risulta ripetutamente evocata, com’è il caso dell’ordine del giorno presentato, al suon della “Marsigliese”, il 14 luglio del 2003.
In attesa … continuano i commissariamenti. In alcuni casi (“Terre d’Apulia” e “Stornara e Tara”) gli incarichi (e anche gli emolumenti?) raddoppiano, dato che i commissari straordinari diventano anche commissari ad acta per le stagioni irrigue.
Ora si spera che con la nuova legge qualcuno faccia i conti anche di quanto sono costati i commissari e a carico di chi si sono auto-liquidati i non modesti emolumenti, per nulla paragonabili alle briciole nel secolo scorso attribuite (e non sempre liquidate) agli ex componenti degli organi di gestione collegiale.

Nessun commento:

Posta un commento